Diciamolo chiaro e tondo: il Covid-19 ha stravolto tutti i piani. Tutto ciò che era in proiezione, tutte le previsioni, tutto il cammino che si stava profilando è andato, nel migliore dei casi, interrotto. Nel peggiore, è andato a mare. Ma ciò, però, non ci vieta comunque di provare a stilare dei trend per il 2020 per quanto concerne i prestiti personali. Quali sono le novità dell’anno più ricco di notizie dell’ultimo ventennio?
Le rate che scendono
Con la cassa integrazione che fatica ad arrivare in tempo, tanto che il legislatore ha dovuto prendere provvedimenti, anche gli istituti di credito devono prendere provvedimenti. Non possono, quindi, più pensare, almeno per il momento, a un mondo come era prima del Covid-19.
Il risultato? Che le rate saranno più basse. Infatti, oggi, per la gran parte delle persone, a meno che non si è un garantito, è molto complicato riuscire a ‘reggere’ una rata di 500 o 600€ al mese. È improponibile e, quindi, si propende sempre di più verso la soluzione di rate più diluite nel tempo ma a un importo più basso.
In modo che tutti possano pagarle. O, comunque, non si trovino in difficoltà tali da non poter più reggere quel debito.
Criteri più stringenti
Proprio quando, a detta di numerosi studi e anche di associazioni vicini alle banche, i criteri si stavano allentando visto il miglioramento della situazione economica, ecco che il CoronaVirus ha fatto fare un balzo disastroso all’indietro alla gran parte dei cittadini.
Secondo molti esperti, questa è una crisi economica ancora più forte rispetto a quella del 2008/09 e, quindi, le banche hanno molta paura di erogare credito, nonostante ci siano stati degli interventi legislativi in tal senso che incentivano agli istituti di dare risposte positive.
Quindi, soprattutto se si lavora nel privato e l’impresa ha dovuto mettere in cassa integrazione i dipendenti, diventa molto difficile avere un esito favorevole alla richiesta di personale.
Non è tanto il fatto che possa o meno ritornare la pandemia come se si fosse nella fase 1, però dopo una bufera è necessario riprendersi quanto prima. E, dopo due mesi di lockdown è molto difficile farlo.
Difficile, ma non impossibile. Certo, se gli enti continuano a non fare credito a chi è in difficoltà e a chiedere documenti su documenti, diventa tutto più difficile.
Tassi più bassi
Per analizzare l’andamento dei prestiti abbiamo chiamato Marco, responsabile editoriale del sito prestitimag.it, uno tra i massimi esponenti in Italia per il settore prestiti e cessione del quinto. Il tasso di interesse, infatti, continuerà a diminuire proprio anche a causa di questa situazione.
Pensa solo che nel 2007 il tasso superava abbondantemente il 6% mentre ora non arriva a 3%. Una situazione che dovrebbe invogliare i più dubbiosi ad agire immediatamente se hanno bisogno di un finanziamento immediato.
Proprio perché è una situazione eccezionale e, quindi, non si sa se durerà nel tempo, è fondamentale agire subito.
Condizioni migliori per chi propone situazioni ‘sicure’
Questo è il contraltare di chi, magari, nonostante la crisi, è riuscito a mantenere lo stipendio e il suo posto di lavoro, come ad esempio gli statali, che non hanno risentito minimamente della pandemia.
Anzi, spesso si sono ritrovati a lavorare anche di più (basti pensare a tutto il personale sanitario, le Forze dell’Ordine e gli insegnanti) e, quindi, la loro busta paga è perfino salita.
A questo punto, loro sono un ottimo ‘piatto’ per gli enti creditori che potrebbero perfino proporre delle soluzioni ad hoc. Visto che da ogni finanziamento ci guadagnano, la banca o chi per essa potrebbe perfino invogliare i dipendenti e/o lavoratori che non hanno subito la crisi a stipulare un prestito personale a delle condizioni molto vantaggiose.
Del resto, è facile pensarlo: se nemmeno una pandemia è riuscito a fermare alcune tipologie di lavoratori (ad esempio, quelli che lavorano nel tech), allora significa che si è in una botte di ferro.
Il 2020 è un anno ‘strano’, diverso. Quindi questi sono soltanto dei trend che possono, comunque, modificare da un momento all’altro. Anche perché l’anno ‘Venti-venti’ ci ha abituato a stupirci fin da quando è cominciato. E pare che non voglia proprio cominciare a smettere di farlo.