L’impatto dei costi applicati dagli istituti di credito ai propri clienti, è, da sempre, oggetto di grande attenzione da parte dei risparmiatori. Un tema, quella del salasso bancario, diventato assai rilevante negli ultimi anni, complice il sensibile aumento del costo dei conti correnti, talvolta avvenuto in percentuali “bulgare” del 100 o 200%.
In molti, però, ignorano l’impatto delle imposte sui costi bancari. E in quel caso, la “colpa” non può essere ricondotta agli istituti di credito, che svolgono esclusivamente il ruolo di “sostituto di imposta” per conto dell’Erario, ovvero lo stato italiano, il quale introita totalmente le somme.
Per quanto riguarda i conti correnti, il pagamento dell’imposta di bollo è previsto in una determinata casistica: qualora la giacenza media fosse pari o superiore ad €.5000,00, il titolare del rapporto dovrebbe riconoscere una determinata somma, fino ad un massimo di €.34,20 annui, allo stato italiano. Per il calcolo di questa giacenza, però, fa fede la periodicità dell’invio dell’estratto conto.
Ad esempio, qualora fosse inviato trimestralmente, il calcolo verrebbe applicato per il periodo di riferimento e, qualora rientrasse nei parametri per il pagamento dell’imposta, l’addebito ammonterebbe ad €.8,55, ovvero 1/4 dell’importo massimo addebitabile annualmente. Se in un trimestre, però, la giacenza media fosse inferiore alla soglia prevista, ovvero €.5000,00, non verrebbe effettuato alcun addebito al cliente.
Imposizione fiscale che aumenta, considerevolmente, per quanto riguarda gli investimenti finanziari. Anche in questo caso, come il precedente, fa fede la periodicità d’invio dell’estratto conto titoli, normalmente inoltrato con cadenza semestrale o, nella minor parte dei casi, annuale. Per il calcolo della stessa, si applica lo 0,20% del controvalore complessivo del dossier titoli alla data di rendicontazione.
Valore attuale e non nominale, una differenza di non poco conto. Ad esempio, se un investitore ha allocato nel dossier titoli €.100.000,00 ma il valore alla data di riferimento è €.120.000,00, lo 0,20% si applicherà sulla seconda cifra. In fasi particolarmente favorevoli dei mercati, di conseguenza, l’imposta di bollo risulterà maggiormente gravosa per il risparmiatore.