Quante volte ti sarà capitato di sentir parlare di richiesta risarcimento danni da amici, parenti o da professionisti del mestiere? In vero con questo termine si suole indicare una somma di denaro che viene versata, secondo i canoni previsti dalla legge, in favore di un soggetto che ha patito un danno ingiusto.
Con il termine danno ingiusto si indica la lesione di una situazione giuridica subita da un soggetto e che la legge tutela in maniera diretta o indiretta. Infatti il danno ingiusto può concernere sia un diritto soggettivo, ovvero una situazione tutelata direttamente dall’ordinamento giuridico, sia un interesse legittimo ovvero una situazione tutelata in modo indiretto dall’ordinamento giuridico. Di danno ingiusto si può parlare quando ad esempio sono coinvolti dei soggetti legati da un vincolo obbligatorio (quindi il danno si pone in essere nel contesto della responsabilità contrattuale) oppure si può parlare quando vengono coinvolti soggetti che non sono correlati tra loro da alcun vincolo obbligatorio (quindi il danno si pone in essere nel contesto della responsabilità extracontrattuale).
Il danno ingiusto, quando si verifica
La richiesta risarcimento danni si pone in essere quindi solo quando un danno è ingiusto, ovvero quando non esiste norma che consente o impone quel comportamento che ha causato la lesione o il danno stesso.
Il nostro ordinamento infatti parla anche di danno giusto: l’articolo 2045 del codice civile disciplina il cosiddetto stato di necessità, che si verifica quando un comportamento dannoso viene assunto per il bisogno di salvare gli altri o sé stessi da una situazione a sua volta più grave. Si pensi ad esempio nel caso di sinistro stradale se un tassista si vede costretto a fare una brusca manovra per evitare l’impatto con un pedone, ma da quella manovra sono i passeggeri a subire lesioni. In tali circostanze la legge non considera il danno ingiusto in quanto l’evento lesivo del tassista è nato per la necessità di non investire il pedone e per evitarsi problemi con la legge. Quindi, in virtù di quanto il tassista non avrà l’obbligo di risarcire i passeggeri. Vero è comunque che una recente pronuncia della Corte di Cassazione, ha escluso in un caso di risarcimento danni da malasanità che il soggetto danneggiante potesse appellarsi allo stato di necessità in quanto non aveva prestato la giusta attenzione al suo lavoro, arrecando quindi lesioni al paziente.
Danno ingiusto e soggetti danneggianti
Ma chi può causare un danno ingiusto? Chiunque che leda un diritto o una situazione giuridica che la legge tutela. Può essere danneggiante qualunque soggetto che leda un diritto assoluto (si pendi al diritto di proprietà o al diritto di integrità fisica) che leda un diritto relativo (ovvero un diritto, come quello del credito, che deve essere rispettato solo da un determinato soggetto.
Un soggetto danneggiante può altresì ledere un interesse legittimo: tale diritto viene leso dalla pubblica amministrazione che esercitando il proprio potere è manchevole nel rispetto delle norme di buona amministrazione (si pensi ad esempio ad un’impresa che si candida a partecipare ad una gara d’appalto ma viene esclusa a causa di un lavoro superficiale del dipendente pubblico che dimentica di inserire tutti i dati e nega all’impresa stessa la partecipazione alla gara).
In quali situazioni si può parlare di risarcimento del danno
Si può avanzare una richiesta di risarcimento danni quando ciò che il soggetto ha patito deriva da un comportamento scorretto del soggetto danneggiante. Tale principio è contenuto nell’art. 1223 del codice civile. Ovviamente è onere della parte lesa dimostrare che il pregiudizio sorga in virtù di un rapporto di causa-effetto rispetto al comportamento del danneggiante. Chiunque abbia subito un danno, può presentare richiesta servendosi dell’aiuto di un avvocato o di un patrocinatore stragiudiziale.